
durante il passaggio dei nazifascisti, nel 1944
INTRODUZIONE ALL’ITINERARIO
L’itinerario ha come tema un percorso volto a ricordare la lotta della Resistenza da parte dei partigiani cumianesi, anche attraverso la voce di un testimone, il nonno di Samuele Vola, che ha lottato per la liberazione dal nazifascismo.
Cumiana fu aggredita dalla furia dei nazisti, che attraverso rappresaglie colpirono non solo i soldati, ma molti civili innocenti. Si tratta certamente di un momento storico delicato e complesso. Dopo l’8 settembre del 1943 l’Italia voltò le spalle alla Germania, rompendo il patto stipulato in precedenza e si alleò invece con gli anglo-americani.
L’Italia in quel periodo conobbe una vera e propria guerra civile, perché divisa in due parti ben distinte: a nord la Repubblica di Salò, che collaborava con i nazisti, a sud gli alleati che man mano liberavano la penisola.
La reazione della Germania contro la “traditrice” Italia fu quindi violenta. La rappresaglia rappresentò proprio il metodo adottato dai nazisti: per ogni tedesco ucciso, venti civili venivano fucilati, e non ci fu famiglia a Cumiana che non visse questa drammatica esperienza (ad esempio la famiglia di Pietro Ruffinatto purtroppo provò questo dolore, con Giovanni Ruffinatto, nome che ritroviamo anche in una delle lapidi dei giardini Walter Tassone) .
SCELTA DEL TEMA
Il nostro itinerario intende ripercorrere la strada che i prigionieri catturati dai nazisti percorsero da Cumiana fino alla sede della Comunità Salesiana, e poi da questo luogo fino alla cascina Riva di Caia sulla strada provinciale, dove furono giustiziati. Oggi simbolo di questa strage è la croce che la ricorda, insieme al monumento per i caduti situato nel giardino della piazza del Comune. Un altro monumento in memoria dei caduti è la lapide situata nel cimitero.

DESCRIZIONE STORICA
Durante l’occupazione nazifascista molte erano le bande partigiane dislocate sulle montagne di Giaveno. Da lì scendevano in Val Chisone e in Val Sangone per i rifornimenti e per le azioni di sabotaggio fino alle caserme e agli obiettivi militari di Torino. Nel corso della primavera del 1944 si intensificarono i rastrellamenti e le azioni di repressione contro la Resistenza locale. Il mattino del primo di aprile, un autocarro di vettovaglie, scortato da militari tedeschi, fu attaccato dai partigiani nella piazza vecchia di Cumiana. Ne seguì una lunga sparatoria, alla fine della quale i partigiani fecero prigionieri una quindicina di nazifascisti, tra cui due ufficiali tedeschi. La reazione non si fece attendere. La strage di Cumiana avvenne il 3 aprile 1944 ad opera di un reparto del 7º Battaglione Milizia Armata. Alle 16.30 incominciò la strage. Tra i civili presi in ostaggio e trattenuti nella stalla delle Cascine Nuove – una scuola di missionari salesiani a sette chilometri dal paese, dove le SS del 7º battaglione avevano posto già da alcune settimane il loro quartiere – furono scelti cinquantotto uomini destinati alla fucilazione. Incolonnati sotto il controllo di una attenta scorta, essi furono dapprima condotti in paese e poi sul luogo dell’esecuzione, la cascina Riva di Caia, a trecento metri dalle ultime case di Cumiana. Delle esecuzioni furono incaricati alcuni soldati italiani, che però si rifiutarono di eseguire l’ordine, allora fu un sottufficiale tedesco, Richard Rokita, che, ingerito del cognac, si occupò personalmente di gran parte delle uccisioni. Le esecuzioni avvennero con le modalità adottate in molti simili casi: le vittime, tre alla volta, furono giustiziate con un colpo alla testa. Dopo i primi spari, esplosi dietro l’angolo del cascinale, gli ostaggi cercarono disperatamente di fuggire, ma furono falciati dalle mitragliatrici poste attorno al luogo. Sette uomini scamparono, grazie ad una serie di circostanze fortuite: chi, come il maestro Losano, grazie alle poche parole in tedesco imparate in quei giorni, chi perché graziato all’ultimo momento. Un altro si salvò perché l’arma del maresciallo tedesco, incaricato della fucilazione, si inceppò. Un altro ancora per essersi nascosto fino a tarda notte nel mucchio di cadaveri, per poi allontanarsi di corsa in un momento in cui la sorveglianza si era allentata. Nei giorni seguenti fu stabilito che Cumiana divenisse zona neutra e poi furono trattati gli scambi degli ostaggi e la restituzione delle armi, infine 3 giorni dopo il paese fu liberato e abbandonato da tutti i reparti e il 7° Battaglione Milizia Armata fece rientro a Torino.

MEZZO CONSIGLIATO PER PERCORRERE L’ITINERARIO
Il mezzo consigliato per percorrere questo itinerario è la bicicletta, perché consente un contatto più diretto con l’ambiente e i luoghi di interesse che sono ricchi di storia e di memorie.
GEOLOCALIZZAZIONE:
- punto di partenza: Giardini Walter Tassone (via paolo Bossellini / piazza martiri del 3 aprile, 34/36, 10040)
- punto di arrivo: Scuola Don Bosco Opera Salesiana Rebaudengo (Strada Cascine Nuove 2, 10040)
- lunghezza del tragitto: 7,65 km
- tempo di percorrenza a piedi: 1h e 10 minuti
- tempo di percorrenza in bici: 14 minuti
- dislivello: 0 m in salita, 75 m in discesa
MAPPA DELL’ITINERARIO DI CUMIANA:
ELENCO DEI PUNTI DI INTERESSE:
- Prima tappa: Lapidi nei Giardini Walter Tassone (Via Paolo Bossellini / Piazza Martiri del 3 Aprile, 34/36, 10040, Cumiana)
- Seconda tappa: Lapide al cimitero principale di Cumiana Strada del Cimitero, 10040, Cumiana)
- Terza tappa: Croce e Muro dell’eccidio di Cumiana (Via Provinciale, 51, 10040, Cumiana)
- Quarta tappa: Scuola Don Bosco Opera Salesiana Rebaudengo (Strada Cascine Nuove 2, 10040, Cumiana)
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ESSENZIALI:
Bibliografia:
- Marco Comello, Covo di banditi – Resistenza a Cumiana tra cronaca e storia, Alzani Editore Pinerolo, 1998
- Diego Vaschetto, SUI SENTIERI DELLA LIBERTA’, Edizioni del Capricorno, Torino, 2018
- AA.VV., NON CHIAMATEMI POVERO / 2, Alzani, Pinerolo, 1996
- Bruno Mondadori, Capire la storia, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori, 2012
- Fulvio Cammarano, Storia contemporanea – Dal XIX AL XXI secolo, Mondadori Education, 2015
- Don Felice Pozzo, “Dal mio diario”, in “Bollettino parrocchiale di Santa Maria della Motta – Cumiana”, Luglio 1945
- Gianni Oliva, La Resistenza alle porte di Torino, Franco Angeli, Milano, 1989
- Guido Quazza, Un diario partigiano, sta in: Guido Quazza, “La Resistenza italiana. Appunti e documenti”, Torino, ed. Giappichelli, 1966
- Gianni Oliva “La resa dei conti”, Milano, Mondadori, 1999
- Gian Vittorio Avondo, e altri, “Sui sentieri dei partigiani”, Torino, CDA, 1995
Sitografia: