
IL NOSTRO OBBIETTIVO:
L’itinerario è stato progettato all’insegna dell’osservazione e della scoperta di luoghi e architetture risalenti al periodo fascista e alla conseguente resistenza partigiana.
I punti d’interesse individuati rappresentano architetture di particolare rilevanza storica per la città di Pinerolo e la sua resistenza partigiana.
CENNI DI STORIA…
Una città medievale: La storia di Pinerolo ha inizio nel 1064 con la famosa “donazione” della contessa Adelaide, erede di un vasto dominio facente parte della cosiddetta “Marca Italiana” e moglie di Oddone Biancamano, capostipite della dinastia sabauda, avente tra i suoi territori il Marchesato di Susa, il primo possedimento in Italia della Casa Savoia. Qui Adelaide fondò l’Abbazia di S. Maria a S. Verano (l’attuale Abbadia Alpina), dove sorse negli anni il primo embrione del centro abitato. Nel 1220 subentrò agli abati (che fino a quel momento avevano governato sul territorio) Tommaso di Moriana, garantendo le libertà comunali.
Il XV secolo: Pinerolo nel 1400 era divisa in due parti distinte, il Borgo Superiore ed il Piano Inferiore. Il Borgo era la parte più antica, si sviluppava intorno al castello, sul punto più alto della collina ed era protetto da mura proprie intervallate da torri. Il piano inferiore, caratterizzato da numerose botteghe, si estendeva attorno alla Chiesa di San Donato e divenne centro del commercio e dell’industria. Durante il governo dei primi Duchi Sabaudi a Pinerolo si organizzarono le corporazioni delle arti e dei mestieri. Nel 1440 gli statuti vennero ampliati ed approvati da Ludovico di Savoia.
Il governo di Carlo Emanuele I e l’arrivo di Richelieu a Pinerolo: Dopo Emanuele Filiberto salì al trono Carlo Emanuele I, un Duca battagliero che si scontrò con molte nazioni d’Europa tra le quali la Francia. Nel 1592 Enrico IV di Francia invase il Piemonte condotto dal Duca di Lesdiguières (François de Bonne). Il 27 settembre raggiunsero Pinerolo e, grazie all’assenza del governatore della città, ebbero la possibilità di assediare il castello. Alla fine però l’impresa fallì e si dovettero ritirare. Pinerolo fu salva per l’eroismo di una donna, Ortensia di Piossasco, moglie del governatore, Carlo di Valperga, che spronò e incoraggiò i soldati alla battaglia. Assieme ai francesi arrivò in città anche la peste che durò fino a metà del 1631. Si svolsero numerosi lavori negli anni successivi che fecero diventare Pinerolo fortezza di confine del Regno di Francia. Nel gennaio del 1630 il Cardinale Richelieu attraversò il Monginevro e si diresse verso Pinerolo, la assediò aprendo una larga breccia nelle vecchie mura di fronte a San Domenico e il 31 marzo la città si arrese.
Un secolo di rivolte: Nel 1670 giunge in città Sébastien Le Prestre de Vauban, primo ingegnere di Luigi XIV: il suo intervento portò ad un grandioso ampliamento e miglioramento delle fortificazioni. La Cittadella divenne anche carcere di Stato, ospitando illustri protagonisti del momento politico. Dopo anni di sanguinose battaglie e lunghi bombardamenti della città (Ottobre 1693), la città tornerà ai Savoia (Trattato di Torino del 29 agosto 1696), con la conseguenza che furono abbattute le fortificazioni. Nel 1703 i francesi invasero nuovamente il Piemonte e solo dopo tre anni ne verranno cacciati. Vittorio Amedeo II impose vaste riforme, la nobiltà ed il clero persero molti privilegi; nel 1720 instaurò in Pinerolo il Senato, con sede nel fabbricato di via Principi d’Acaja. Dal 1801 al 1814 il Piemonte fu territorio francese, ma dopo la caduta di Napoleone e del suo impero, ritornò a Re Vittorio Emanuele I. Nel 1821 nacque proprio in questa città il movimento insurrezionale capeggiato da Santorre di Santarosa e Guglielmo Moffa di Lisio, che anticipò il Risorgimento Italiano. Risale a questo periodo l’inizio dello sviluppo economico per facilitare i commerci con la Liguria e il resto della regione, infatti la linea ferroviaria Pinerolo-Torino fu inaugurata nel 1854.
L’epoca fascista: Durante il periodo fascista, molti edifici realizzati nelle epoche precedenti furono adibiti a scopi fascisti, ad esempio le caserme o la stessa Casa del Fascio, le cui strutture furono modificate. Come in molte altre città italiane, il Duce fece visita a Pinerolo, il 16 maggio 1939, inoltre molti furono i raduni delle varie fondazioni e organizzazioni militari o paramilitari.
I PERSONAGGI DELLA CITTÀ:
LUIGI FACTA (1861/1930 – Pinerolo), avvocato e procuratore legale, entrò in politica nel 1884, quando fu eletto consigliere comunale di Pinerolo, di cui fu successivamente sindaco. Il Re Vittorio Emanuele III lo nominò presidente del Consiglio dei ministri il 26 febbraio 1922, incarico che conservò fino al 27 ottobre dello stesso anno. Quando seppe che i fascisti avrebbero organizzato una marcia su Roma, fu dapprima indeciso sul da farsi e successivamente propose al re di promulgare lo stato d’assedio, senza però ottenere la firma del sovrano. L’indomani, lui e il governo rassegnarono le dimissioni e Vittorio Emanuele III fece telegrafare a Mussolini, che si trovava a Milano, di recarsi immediatamente a Roma per formare il nuovo governo. Facta non si oppose al regime, e nel novembre 1922 votò la fiducia al Governo Mussolini. Nel 1924 fu nominato senatore del Regno.
FERRUCCIO PARRI (1890 / 1981 – Pinerolo), politico, antifascista e capo partigiano (il cui nome di battaglia fu “Maurizio”), durante la guerra di liberazione italiana. Fu il primo presidente del Consiglio dei Ministri a capo di un governo di unità nazionale istituito alla fine della Seconda Guerra Mondiale. In qualità di redattore del «Corriere della sera» dovette allontanarsi dal giornale per non aver accettato l’esproprio fascista del quotidiano nel 1925; dovette successivamente lasciare il ruolo di insegnante per non aver preso la tessera del partito fascista, necessaria per svolgere la professione. Sospettato dunque di attività antifascista, subì percosse e venne condannato prima a 10 mesi di carcere e poi a 5 anni di confino per attività antifascista, prima relegato a Ustica, poi a Lipari, infine a Vallo della Lucania. Continuò a mantenersi segretamente in contatto con il movimento di Giustizia e Libertà, che prospettava la nascita in Italia di una democrazia liberal-socialista. Dopo l’invasione nazista successiva all’8 settembre, Parri venne indicato dai primi gruppi partigiani come la persona più adatta a guidare la Resistenza, a causa della sua capacità di mediazione tra le varie componenti del movimento. Incontrò il capo dei servizi segreti americani, Allen Dulles, dopo essere riuscito a oltrepassare il confine svizzero. L’incontro pose le basi per il riconoscimento da parte anglo-americana dell’esercito partigiano come forza di liberazione nazionale. In seguito, con la costituzione dei primi gruppi di partigiani, divenne capo del Partito d’Azione nei territori occupati e successivamente lo rappresentò nel Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia. Con la costituzione, il 9 giugno 1944, del Comando generale dei volontari per la Libertà, Parri fu nominato vice comandante, con il futuro dirigente Luigi Longo e col generale Raffaele Cadorna. Assunse il nome di battaglia di “Maurizio”. Qualche tempo dopo, il 2 gennaio 1945, Parri venne fatto prigioniero dalle SS, fu duramente percosso, riconosciuto e torturato.
PUNTI D’INTERESSE:
- Prima tappa: Casa di Luigi Facta; Via Savoia, 9 – 10064 Pinerolo (TO)
- Seconda tappa: Municipio; Piazza Vittorio Veneto, 1 – 10064 Pinerolo (TO)
- Terza tappa: ex Casa del Fascio; Via Massimo Piatti, 1 – 10064 Pinerolo (TO)
- Quarta tappa: casa del Balilla; Via Porro ang. Piazza Guglielmone – 10064 Pinerolo (TO)
- Quinta tappa: ex caserma dei carabinieri; Stradale Fenestrelle, 2 – 10064 Pinerolo (TO)
- Sesta tappa: casa di Ferruccio Parri; Piazza Roma, 94 – 10064 Pinerolo (TO)
- Settima tappa: partenza vecchia stazione; Corso Torino ang. Viale Mamiani Snc 10064 Pinerolo (TO)
GEOLOCALIZZAZIONE:
PUNTO DI PARTENZA: casa di Luigi Facta Via Savoia 9 – 10064 Pinerolo (TO)
PUNTO DI ARRIVO: partenza vecchia stazione, Corso Torino ang. Viale Mamiani Snc – 10064 Pinerolo (TO)
LUNGHEZZA DEL PERCORSO: 3 km
TEMPO DI PERCORRENZA A PIEDI: 72 minuti
TEMPO DI PERCORRENZA IN BICI: 40 minuti
TEMPO DI PERCORRENZA IN MACCHINA: 49 minuti
CONSIGLI SUI MEZZI:
- Il mezzo che sconsigliamo è l’automobile, viste le distanze così
ravvicinate e l’inutile inquinamento che causerebbe. - Se si desidera godere di una tranquilla passeggiata per il centro della
città e prendersi del tempo per respirare a pieno l’ambiente circostante,
andare a piedi è un’ottima soluzione! - La bicicletta è un’alternativa altrettanto valida, in quanto svolgere
attività fisica è sempre un bene e in più si risparmia molto tempo
Riferimenti bibliografici e sitografici essenziali:
- “Pinerolo – tra fascismo e resistenza” (2004 / Alzani Editore)
- “Luoghi della guerra e della resistenza nella provincia di Torino” (2006 / Blu Edizioni)
- “Benito Mussolini ama molto i bambini…”(2022 / Galeotti editore) – Carlo Galeotti
- “Il Gibuti – storia della tramvia Pinerolo-Perosa Argentina” (1995 / Kosmos Edizioni) – Gran Vittorio Avondo, Valter Bruno, Dario Seglie
- “Non chiamatemi povero – come il Pinerolese ricorda i protagonisti della lotta per la Libertà” (1996 / Alzani Editore) – AA VV
- https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000016536/2/renato-ricci-inaugura-casa-del-balilla-pinerolo.html&jsonVal
- https://www.ultimelettere.it/?p=390
- https://www.anpi.it/la-nostra-storia