IT02_08 – Lapide di Sebastiano Speranza


Il libro intitolato “Non chiamatemi povero,” pubblicato nel 1996 dal Comune di Pinerolo, racconta la storia di Sebastiano Speranza, un partigiano della Divisione Alpina Autonoma Val Chisone. Venne arrestato davanti alla stazione di Pinerolo il 28 dicembre 1943, in piazza Garibaldi, e successivamente deportato a Mauthausen, dove morì il 13 marzo 1954.    Fatima Speranza racconta che suo padre Salvatore e suo zio Sebastiano erano partigiani garibaldini  sulle montagne vicine a Moretta. Salvatore aveva abbandonato il lavoro alla Fiat  per unirsi ai partigiani.

Con il nome di battaglia “Molo”, Salvatore era un punto di riferimento per la resistenza. Poco prima della sua cattura, era stato ferito durante l’assalto a un deposito di armi ed esplosivi; una volta arrivato a Pinerolo per curarsi, fu catturato  forse a causa di una soffiata da parte di un certo Marchionni. Dopo aver preso Salvatore, andarono alla stazione ad aspettare Sebastiano, che era andato a Torino, e lo catturarono. Entrambi i fratelli finirono nel lager vicino a Monaco: in particolare Salvatore fu assegnato al lavoro all’interno del campo, mentre Sebastiano fu internato nel sottocampo di Gusen. Sebastiano scomparve nei primi mesi del 1944 e morì il 13 marzo 1945, pochi giorni prima della liberazione del campo da parte degli americani. Fatima ricorda che, quando liberarono Mauthausen, suo padre andò subito a Gusen per cercare notizie di suo zio, ma quando arrivò gli dissero che Sebastiano era morto a causa di una terribile dissenteria ed era stato velocemente sepolto. Nel libro di Sergio Coalova “Un partigiano a Mauthausen,” si narra che dopo la distribuzione della cena, Salvatore, in buone condizioni grazie al suo lavoro nella manutenzione degli impianti elettrici del campo, si presentò al cancello chiamando tutti  i torinesi presenti.

Geolocalizzazione

Qui a destra si vede il tracciato dell’ IT02_08 – Lapide di Sebastiano Speranza, questo punto di interesse ne rappresenta l’ottava tappa.

Indirizzo: Piazza Giuseppe Garibaldi (in corrispondenza dell’ingresso della stazione ferroviaria), 10060, Pinerolo (TO)

Riferimenti bibliografici