IT01c-02 TESTIMONIANZA ALLA TRATTORIA DEI FIORI


Viola racconta di alcuni pericoli sventati alla Trattoria dei fiori gestita dai suoi genitori, luogo di incontro dei partigiani.

Il 10 gennaio 1945 alle prime luci dell’alba sentii degli strani rumori provenire dalla strada: guardai fuori e vidi che dei militi delle Brigate Nere di Pinerolo avevano collocato due mitragliatrici ai lati della casa. Certamente a seguito di una delazione, pensavano di trovare partigiani o armi, e così perquisirono da capo a fondo la mia casa minacciando di incendiarla, come già era avvenuto nel 1924. Mio padre ebbe il tempo di fuggire e per fortuna anche questa volta riuscii a nascondere documenti e fotografie compromettenti in un ripostiglio, posto dietro casa, dove ero solita depositare la posta partigiana. Le Brigate Nere, entrate nella mia camera, spostarono i mobili, sfogliarono i libri ad uno a uno alla ricerca di cose compromettenti, ordinandomi di non muovermi perché intendevano arrestarmi e portami a Pinerolo, alla Casa Littoria per un interrogatorio. Non trovarono nulla e fortunatamente si limitarono a sequestrare carne e tabacchi, che erano destinati ai partigiani. Frequentavano la trattoria di casa mia, in libera uscita, i repubblichini della Littorio del presidio di Dubbione. Per segnalare la loro presenza ai partigiani che venivano per portare o ritirare messaggi o viveri, stendevo sul ballatoio un lenzuolo bianco. Una sera capitò che due repubblichini della Littorio, presenti in trattoria, vennero catturati dai partigiani e furono portati in un distaccamento in Val Germanasca in località Vallone. di Maniglia. Detti giovani erano più volte venuti in trattoria ed erano conosciuti da me e da mia madre e, nel timore che venissero fucilati, mi recai ai Maurin di Rinasca dove si trovava Serafino comandante della Divisione, per esporre quanto era successo. Venne quindi dato ordine a Gino Rostan di recarsi presso lo stabilimento Talco e Grafite Val Chisone di San Sebastiano, collegato internamente con la miniera del Vallone di Maniglia, affinché venisse trasmesso l’ordine di non eseguire alcuna fucilazione. L’ordine arrivò appena in tempo poiché alcuni uomini si erano già allontanati con i prigionieri. I due repubblichini Tanzi e Peri’, giovani della Brianza, fecero poi parte del distaccamento partigiano fino alla Liberazione. A guerra finita ricevemmo dalle loro madri lettere di ringraziamento. Erano state salvate due vite.