Azienda Agricola Mimosa
(olio del Besuc)
Coordinate mappa
Indirizzo
Itinerari
Cenni storici
Descrizione:
Nei primi anni ‘90 abbiamo gradualmente introdotto l’olivo in sostituzione della vite, inizialmente solo come coltura ornamentale e poi, a partire dal 2004, per la produzione di olio extravergine di alta qualità con un incremento degli oliveti fino a più di 500 piante messe a dimora. La selezione di varietà con marcata resistenza alle basse temperature (come Leccino e Grignan), si è rivelata fondamentale.
Tuttavia, grazie al particolare microclima presente, coltiviamo con successo anche molte altre varietà italiane meno tolleranti al freddo, come Moraiolo, Nocellara del Belice, Taggiasca e Frantoio.
Il controllo di tutte le fasi produttive dalla gestione dell’oliveto fino al confezionamento dell’olio permettono di mantenere standard di elevata qualità. La raccolta è manuale e avviene anche tramite l’utilizzo di abbacchiatori elettrici e pneumatici.
Le olive vengono quindi trasferite presso il laboratorio oleario, stoccate per non più di 24 ore dalla raccolta in cassette basse per evitare la fermentazione, e frante a freddo presso il frantoio aziendale.
Geolocalizzazione:
Qui a destra si vede il tracciato dell’ IT06 Tour gastronomico del pinerolese, questo punto di interesse ne rappresenta la seconda tappa
In quali itinerari è compreso:
Questo punto di interesse è compreso nell’ IT06 Tour gastronomico del pinerolese
Cenni storici:
Nata nel 1990,l’azienda agricola Mimosa,piccola realtà a conduzione famigliare, intraprende in maniera pionieristica sin dal 1996 la coltivazione dell’olivo in località “Besucco” sulla collina di Pinerolo nei pressi di “Monte Oliveto”.
L’olivo è una coltura che ha forti radici storiche sul territorio piemontese. Introdotto in epoca romana l’olivicoltura è presente in Piemonte fino al medioevo, così come il mandorlo. A partire dal 1700 e sino agli inizi del 1800, a seguito di un graduale abbassamento delle temperature (micro-glaciazione), l’olivo subisce una forte contrazione per essere sostituito definitivamente nel corso del 1800 con la vite, coltura che grazie al maggior profitto e alle nuove rotte commerciali su rotaia con il sud del paese dove le rese sono più competitive, non lascerà più spazio all’olivicoltura piemontese nonostante le condizioni climatiche nuovamente favorevoli.